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Bruno Thiry: oltre 70 rally iridati e mai un successo

Bruno Thiry, Skoda Octavia

Nel 1994 arriva la chiamata da parte di Ford che gli affida una Escort Cosworth. Finisce terzo al Rac di quell’anno, stesso risultato nel 1996 al Sanremo ed al Catalunya. Ma è nel 1995 in Corsica che ha la sua grande occasione: davvero inspirato, per tutta la gara tiene a bada due come François Delecour e Didier Auriol, ma quando finalmente vede vicino il sogno della vittoria mondiale arriva la delusione più cocente, sulla penultima prova è costretto al ritiro per la rottura di un cuscinetto della ruota.

Oltre settanta gare nel Mondiale Rally, senza mai avere la soddisfazione di vincere. È la sintesi estrema della carriera iridata di Bruno Thiry, belga di Saint Vith, nato l’8 ottobre 1962. Comincia a correre all’inizio degli anni Ottanta mettendosi ben presto in luce, ma è all’inizio del decennio successivo che nel “giro” della serie iridata si comincia a parlare di lui. È il pilota ufficiale di Opel Belgium e con la Kadett GSi Gruppo A ottiene risultati importanti come il titolo di Campione di Formula 2 e il secondo posto al Costa d’Avorio 1992.

Ha iniziato la sua carriera nel 1981, alla guida di una Simca , e ha rapidamente riscosso successo nel Campionato Belga Rally. Dal 1991 al 1993 ha corso con il team GME, che ha partecipato solo ad alcune gare del World Rally Championship (WRC) e in eventi non WRC. Nel 1992, è riuscito a conquistare il primo podio nella corsa finale del famigerato Rallye Côte d’Ivoire ed è arrivato secondo con una Opel Kadett GSI di serie. L’anno successivo Thiry vince alcuni rally WRC su una Opel Astra nella categoria F2 e porta a GME il suo primo titolo Costruttori della Coppa del Mondo FIA 2 litri inaugurale del 1993.

Nel 1994 arriva la chiamata da parte di Ford che gli affida una Escort Cosworth. Finisce terzo al Rac di quell’anno, stesso risultato nel 1996 al Sanremo ed al Catalunya. Ma è nel 1995 in Corsica che ha la sua grande occasione (l’articolo puoi leggerlo qui): davvero inspirato, per tutta la gara tiene a bada due come François Delecour e Didier Auriol, ma quando finalmente vede vicino il sogno della vittoria mondiale arriva la delusione più cocente, sulla penultima prova è costretto al ritiro per la rottura di un cuscinetto della ruota.

Nel 1999 passa alla Subaru ma, come terzo pilota, non ha granché spazio. Nel 2001, quando riesce a trovare un altro volante ufficiale, quello della Skoda Octavia WRC, è la pochezza della vettura a fermarlo. Negli anni a seguire ottiene qualche vittoria nelle gare del suo Paese, mentre nel 2003 è campione europeo con la Peugeot 206 WRC. Da quel momento in avanti la sua carriera rallenta bruscamente, ma rimane comunque presente, a vario titolo, nel mondo delle corse.