,

La Audi quattro è una auto da rally rivoluzionaria

Michèle Mouton con l'Audi quattro S1 Gruppo B

La Audi quattro è la prima vettura da rally a sfruttare le regole recentemente modificate che introducono l’uso della trazione integrale nelle corse su strada. Ha esordito nel motorsport all’inizio del 1981, in occasione dello Janner Rallye in Austria, anche se la si era potuta ammirare già in Portogallo nel 1980. Il sistema di trazione integrale progettato dalla Casa di Ingolstadt ha rivoluzionato il mondo dei rally e delle competizioni in generale.

Audi quattro ha esordito nel Motorsport all’inizio del 1981 in occasione dello Janner Rallye in Austria. Da allora, il sistema di trazione integrale progettato dalla Casa di Ingolstadt ha rivoluzionato il mondo dei rally e delle competizioni. Nel 1982, Audi ha conquistato il titolo Costruttori nel Mondiale Rally, mentre nel 1983 il finlandese Hannu Mikkola ha scalato la classifica piloti.

Al termine della stagione 1984, Audi ha fatto propri entrambi i titoli: lo svedese Stig Blomqvist si è laureato campione del mondo al volante della Sport quattro a passo corto, seguita nel 1985 dalla Sport quattro S1 da 476 CV. Nel 1987, Walter Rohrl ha vinto negli USA la Pikes Peak, la cronoscalata più celebre al mondo, guidando una S1 appositamente preparata. Negli anni successivi, Audi si è dedicata al Motorsport soprattutto nelle categorie Turismo.

Nel 1988, ha conquistato il titolo costruttori e piloti con l’Audi 200 nella serie americana Trans Am, mentre l’anno successivo ha partecipato con successo alla serie IMSA GTO. Nel 1990-1991, Audi ha corso nel Deutsche Tourenwagen Masters – il DTM (Campionato Tedesco Turismo) – con la possente V8 quattro DTM, conquistando due titoli piloti consecutivi. Nel 1996, la A4 quattro Super Touring ha partecipato a sette campionati nazionali, vincendoli tutti. Due anni dopo, i regolamenti europei hanno bandito la trazione integrale dalle gare Turismo.

Nel 2012, un’Audi a quattro ruote motrici è tornata a competere in pista. Si trattava dell’Audi R18 e-tron quattro a tecnologia ibrida. Il motore V6 TDI muoveva le ruote posteriori, mentre all’avantreno agiva la propulsione elettrica. I risultati furono eclatanti: tre vittorie consecutive alla 24Ore di Le Mans e due titoli piloti e costruttori nel FIA World Endurance Championship (WEC).

L'Audi Sport quattro S2
L’Audi Sport quattro S2

Nome italiano, cuore tedesco, tecnologia Audi

Il nome deriva esattamente dalla parola italiana quattro, dove il termine si riferisce al sistema a quattro ruote motrici, anche se, vista l’evoluzione che c’è stata da allora, la trazione UR-Quattro (dove UR significa “primordiale”, “originale” o “primo nel suo genere”) calza ogni modello Audi 4×4. Il papà della quattro fu l’ingegnere Audi Jorg Bensinger.

L’Audi quattro è la prima vettura da rally a sfruttare le regole recentemente modificate che introducono l’uso della trazione integrale nelle corse su strada. Ha vinto due titoli consecutivi nel Mondiale Rally, dove ha avuto comunque vita facile all’inizio, considerato che la sua più evoluta rivale era la Lancia Rally 037, Gruppo B a due ruote motrici. Per commemorare i successi nei rally, anche le vetture della produzione di serie che adottavano questo sistema di trazione integrale sono state rinominate quattro con una lettera “q” minuscola.

La quattro, denominata internamente Typ 85 , un codice di serie che ha condiviso con le versioni quattro di Audi Coupé, ha tanto della versione coupé dell’Audi 80 (B2). I suoi caratteristici passaruota svasati sono stati disegnati da Martin Smith. Una delle sue più apprezzate peculiarità erano le sospensioni anteriori e posteriori indipendenti.

L’Audi quattro ha esordito nel motorsport all’inizio del 1981, in occasione dello Janner Rallye in Austria, anche se la si era potuta ammirare già in Portogallo nel 1980, dove aveva fatto una gara test al Rally dell’Algarve, che ammetteva i prototipi. Infatti, nel 1979 i vertici Audi invitarono il campione finlandese Hannu Mikkola a provare un prototipo della vettura: lo scandinavo rimase così colpito dal potenziale che decise di rinunciare al contratto già firmato per il 1980 con Ford per abbracciare il progetto della Casa di Ingolstadt.

Stig Blomqvist sull'Audi quattro al Rally Svezia 1982
Stig Blomqvist sull’Audi quattro al Rally Svezia 1982

Dall’Algarve al MonteCarlo 1981: debutta la quattro

La discesa in campo fu la gara test in Portogallo, Rally dell’Algarve, con Mikkola e poi debutto ufficiale di ben due vetture, iscritte in Gruppo 4 (i Gruppi B, A ed N fanno la loro comparsa nel 1982) al Rally di MonteCarlo 1981. Al volante della prima Audi c’era il pilota finlandese, mentre la seconda quattro era guidata dalla francese Michèle Mouton con a fianco la torinese Fabrizia Pons. Fu una rivoluzione. L’inizio di una nuova era.

I primi anni Ottanta, vedevano in lizza vetture di impostazione tradizionale (motore anteriore e trazione posteriore) i cui esempi più evidenti erano Fiat 131 Abarth, Ford Escort RS1800 e Opel Ascona 400 accanto a una “tutto-dietro” come la Porsche 911 e alla Lancia Stratos, ormai in fase declinante, con il motore in posizione centrale. La trazione integrale e il turbocompressore (fino a quel momento utilizzato nei rally solo dalla Saab 99 Turbo) furono le più importanti novità introdotte dai tedeschi.

Da allora, il sistema di trazione integrale progettato dalla Casa di Ingolstadt ha rivoluzionato il mondo dei rally e delle competizioni in generale. L’immagine dell’Audi quattro fu scalfita solo dalla Lancia Delta S4, che però arrivo solo nel novembre del 1985, con debutto al RAC. Tornando al periodo che precede l’arrivo della Delta S4, nel 1982, Audi ha conquistato il titolo Costruttori nel Mondiale Rally, mentre nel 1983 il finlandese Hannu Mikkola ha scalato la classifica Piloti. Al termine della stagione 1984, Audi ha fatto propri entrambi i titoli: lo svedese Stig Blomqvist si è laureato campione del mondo al volante della Sport quattro a passo corto, seguita nel 1985 dalla Sport quattro S1 da 476 cavalli.

Nel 1987, Walter Rohrl ha vinto negli USA la Pikes Peak, la cronoscalata più celebre al mondo, guidando una S1 appositamente preparata. Negli anni successivi, Audi si è dedicata al Motorsport soprattutto nelle categorie Turismo. Nel 1988, ha conquistato il titolo costruttori e piloti con l’Audi 200 nella serie americana Trans Am, mentre l’anno successivo ha partecipato con successo alla serie IMSA GTO. Nel 1990 e nel 1991, Audi ha corso nel Campionato Tedesco Turismo con la V8 quattro DTM, conquistando due titoli piloti consecutivi.

Nel 1996, la A4 quattro Super Touring ha partecipato a sette campionati nazionali, vincendoli tutti. Due anni dopo, i regolamenti europei hanno bandito la trazione integrale dalle gare Turismo. Nel 2012, una Audi a quattro ruote motrici è tornata a competere in pista. Si trattava dell’Audi R18 e-tron quattro a tecnologia ibrida. Il motore V6 TDI muoveva le ruote posteriori, mentre all’avantreno agiva la propulsione elettrica. I risultati furono eclatanti: tre vittorie consecutive alla 24Ore di Le Mans e due titoli piloti e costruttori nel FIA World Endurance Championship (WEC).

La Audi quattro deriva dai modelli stradali

Basata in gran parte sulla scocca dei modelli quattro stradali (in contrasto con le successive auto del Gruppo B), il motore della versione originale da competizione erogava 304 cavalli. Nel 1981, Michèle Mouton fu la prima donna a vincere un rally iridato, e l’Audi quattro fu la prima e ultima vettura a portare una pilota sul podio del WRC. Nel corso dei successivi tre anni, Audi introduce le evoluzioni A1 e A2 della Quattro in risposta alle nuove regole del Gruppo B, aumentando la potenza del motore turbocompresso di 5 cilindri in linea fino a circa 355 cavalli.

La quattro A1 ha debuttato all’apertura della stagione WRC del 1983, al “Monte”, e ha continuato a vincere in Svezia e in Portogallo nelle mani di Hannu Mikkola. Guidata da Stig Blomqvist, Mikkola e Walter Rohrl, l’evoluzione della A2 vinse un totale di otto gare iridate, tre nel 1983 e cinque nel 1984. Due esempi della stessa vettura hanno dominato completamente i campionati nazionali rally sudafricani tra il 1984 e il 1988, guidate dai piloti Sarel Daniel van der Merwe e Geoff Mortimer. Nel 1988, la Audi UR-Quattro guidata dal pilota Audi Tradition Luciano Viaro, vinse la Silvretta Classic Montafon.

Nel 1984 arriva la Audi Sport quattro S1

Precedentemente si è accennato all’evoluzione della A2, la Sport quattro S1, una variante della quattro sviluppata appositamente per l’omologazione nel Gruppo B (1984) e venduta anche come auto di serie in numero limitato. Un gioiello della tecnologia: motore in alluminio 2.133 cc (2,1 litri) con 5 cilindri in linea, alesaggio x corsa di 79,3 mm x 86,4 millimetri (3,1 x 3,4 in) DOHC, 4 valvole per cilindro, Bosch LH Jetronic, iniezione e un turbocompressore KKK K27.

Il motore era leggermente più piccolo di quello della Audi quattro standard in termini di cilindrata per qualificarsi per la classe 3 litri, con il coefficiente di 1,4 applicato ai motori turbo. Sulla stradale, il motore erogava 306 cavalli a 6.700 giri/minuto. Il propulsore della versione rally, invece, inizialmente erogava 450 CV.

La scocca della quattro S1 era in carbonio-kevlar e i passaruota erano allargati rispetto alla versione stradale, ruote più larghe (9” rispetto alle ruote opzionali da 8”). Una modifica importante fu apportata nella parte superiore del parabrezza anteriore, su richiesta dei piloti Audi Rally Team per ridurre i riflessi interni dal cruscotto e per migliorare la visibilità), oltre ad un passo più corto di 320 mm.

Oltre che nei rally del Gruppo B, la Sport Quattro ha vinto la Pikes Peak 1985 con Michèle Mouton, che ha stabilito un tempo record sul percorso. In totale furono costruite 224 Sport Quattro S1 a passo corto, che furono vendute per 203.850 marchi tedeschi.

Sport quattro S1 Evo 2, arriva il fine storia

Come risposta all’arrivo della potentissima Lancia Delta S4 che già al RAC ha fatto vedere bene i muscoli, seppure ancora acerba, la Audi evolve ancora il suo “mostriciattolo”, dando vita alla Sport quattro S1 Evo 2, introdotta proprio alla fine del 1985 come aggiornamento della Audi Sport Quattro S1. Classico 5 cilindri in linea che sostituisce il 2.110 cc evoluto fino a 480 cavalli ufficialmente dichiarati.

Il turbocompressore utilizza un sistema di ricircolo dell’aria (con l’obiettivo di mantenere la potenza dell’unità propulsiva che gira ad alti regimi) quando il pilota lascia l’acceleratore, o per rallentare in curve o nei cambi di marcia. Questo sistema consentiva al motore di riprendere la piena potenza immediatamente al tocco dell’acceleratore, riducendo il ritardo del turbo. La potenza effettiva superava i 500 cavalli a 8.000 giri/minuto.

Oltre al miglioramento della potenza, su questa evoluzione era presente un kit aerodinamico aggressivo con ali e spoiler decisamente vistosi nella parte anteriore e posteriore per aumentare il carico aerodinamico. Il peso era stato ridotto a 1.090 chili. La S1 poteva accelerare da 0-100 km/h in 3”1 secondi. Alcune vetture era dotate di un cambio power shift, un precursore della tecnologia DSG.

La S1 Evo 2 fece il suo debutto al Rally di Argentina 1985, con Blomqvist alla guida. Questa variante ebbe successo con Rohrl e Christian Geistdorfer vincitori del Rally di Sanremo 1985. Una versione modificata della Evo 2, fu affidata a Michèle Mouton. La S1 Evo 2 è l’ultima vettura del Gruppo B costruita da Audi, con il team di lavoro che si ritirerà dal campionato in seguito al terribile incidente del rally del Portogallo 1986. In quel momento le Evo 2 erogavano 600 cavalli. Nel 1987, vinse la Pikes Peak con Walter Rohrl.

L'Audi Sport quattro 002
L’Audi Sport quattro 002

Gruppo S: la Sport Quattro RS 002

Si sarebbe dovuta chiamare Audi Sport Quattro RS 002, il prototipo sportivo Gruppo S, progettata per le imminenti normative della nuova categoria da testare nel 1987 e lanciare ufficialmente l’anno dopo. L’auto è stata sviluppata da Walter Rohrl, ma non ha mai corso neppure una gara. I regolamenti del Gruppo S furono eliminati insieme ai regolamenti del Gruppo B dopo una serie di incidenti con decessi durante la stagione 1986. Il motore di quest’auto è centrale e ha una disposizione longitudinale, oltre che il rinomato sistema di trazione integrale. L’auto è esposta nel Audi Museum Mobile di Ingolstadt.

Palmares Audi quattro nel Mondiale Rally

StagionePilota12345678910111213Pos.Punti
1984
MONSWEPORKENFRAGRENZLARGFINITACIVGBR
1120
Svezia Stig Blomqvist








NF1




Finlandia Hannu Mikkola







NF






Germania Walter Röhrl



NFNF


NF





Francia Michèle Mouton




NF

NF

4



1985
MONSWEPORKENFRAGRENZLARGFINITACIVGBR
2126
Svezia Stig Blomqvist 4 2 4 NF 2 4NF
2






Finlandia Hannu Mikkola
4
NF



NF

NF



Germania Walter Röhrl 2 NF
3
NF NF 3

1
NF



1986
MONSWEPORKENFRAGRENZLARGFINCIVITAGBRUSA429
Germania Walter Röhrl
4

NF

NF








Finlandia Hannu Mikkola 3



NF









Germania Harald Demuth










NF



Stati Uniti John Buffum











3


Vittorie nel Campionato del Mondo Rally

11984Costa d’Avorio 16ème Rallye Côte d’IvoireSterratoSvezia Stig BlomqvistSvezia Björn CederbergSport quattro
21985Italia 27º Rally di SanremoSterrato/AsfaltoGermania Ovest Walter RöhrlGermania Ovest Christian GeistdörferSport quattro S1

Scheda Tecnica Audi quattro

Motore: 5 cilindri in linea, alesaggio e corsa 79.5 x 86.4 mm, 2.144ccm, basamento in ghisa, testa in alluminio; 2 valvole per cilindro, rapporto di compressione 6.3:1, albero motore in ghisa su 6 supporti; distribuzione monoalbero a camme in testa, iniezione meccanica Pierburg, sovralimentazione mediante turbina KKK mod.K27 con intercooler, pressione massima di sovralimentazione 1.6bar, coppia massima 48Kgm a 5.000 giri/min., potenza massima 360 Hp a 7.000 giri/min.
Trasmissione: Quattro ruote motrici, cambio meccanico Audi Sport, 5 marce sincronizzato
Freni: Anteriori e Posteriori, dischi ventilati 280mm con pinze in alluminio, senza servofreno
Sterzo: a cremagliera con servosterzo, 1.1 giri totali di rotazione volante
Sospensioni: Anteriori e Posteriori, schema MacPherson, molle ed ammortizzatori coassiali, barra antirollio
Scocca: Monoscocca in acciaio alleggerito, roll-bar in acciaio Matter, sottoscocca rinforzato, paraurti in vetroresina, cofano-parafanghi e portiere in alluminio
Dimensioni: Lunghezza 4.404mm, Larghezza 1.733mm, Altezza variabile in funzione dell’assetto, Carreggiata Ant. 1.465mm, Carreggiata Post. 1.502mm, Passo 2.524mm, Peso 1.150kg
Serbatoio: 120 litri
Cerchi: In alluminio da 15″, possibilità di scelta di canale 6J 7J 8J
Data Omologazione: 01.01.1981
N° Omologazione: 671-81