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Audi 90 quattro IMSA-GTO: nata dall’esperienza nel Gruppo B

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Quando il Gruppo B fu bandito per la sua pericolosità, nei rally nacque il Gruppo A. L’esperienza acquisita nei rally del Gruppo B non andò dispersa, bensì fu portata in pista, a caccia di nuove sfide sportive, come la 200 Trans Am fino ad arrivare in breve tempo all’Audi 90 quattro IMSA-GTO.

In origine ci fu l’Audi Sport quattro, costruita dalla Casa tedesca in 224 esemplari stradali al fine di omologarne la variante da competizione secondo le norme FIA Gruppo B da utilizzare nel Campionato del Mondo Rally, in cui ha gareggiato dal 1984 al 1986. Ma poi, come è noto, il Gruppo B fu bandito per la sua pericolosità e, nei rally, il Gruppo A divenne la categoria regina.

L’esperienza acquisita nel Gruppo B fu portata in pista, a caccia di nuove sfide sportive, fino ad arrivare in breve tempo all’Audi 90 quattro IMSA-GTO. La trasformazione fu rapida: nel 1987 c’è l’Audi 200 quattro Gruppo A da rally, nel 1988 corre la stessa vettura ma Trans-Am per la Nascar e 1989 Audi 90 quattro IMSA-GTO. La pura potenza e una velocità massima di 310 km/h facevano di questa Audi 90 quattro IMSA-GTO un veicolo assolutamente eccezionale. Non c’è e non c’era da meravigliarsi che Hans Joachim Stuck abbia regalato all’Audi sei vittorie con questo “mostro”.

Il nome Audi 90, a molti, pareva sinonimo di “auto da pensionato” o da “famiglia agiata”. In quegli anni, Audi era ancora all’inizio del “Vorsprung durch Technik”. Ed è proprio il suffisso “quattro IMSA-GTO” che trasforma un’auto di classe media come l’Audi 90 in una straordinaria supercar da 310 km/h con uno scatto da 0 a 100 km/h di soli 3,1 secondi. Potenza: 720 CV a 7.500 giri/min e una coppia massima di 720 Nm a 6.000 giri/min. Perché? Perché Audi aveva deciso di puntare al mercato americano. Ecco, dunque, cosa accade nel volgere di pochi anni dopo aver assaggiato le potenze selvagge del Gruppo B nei rally.

hannu mikkola audi 200 quattro, safari 1987
Hannu Mikkola Audi 200 quattro, Safari 1987

Il primo passo fu l’Audi 200 quattro

L’Audi 200 quattro divenne la versione da corsa dell’Audi 200, specificatamente progettata per partecipare al Campionato del Mondo Rally, serie in cui ha gareggiato nel 1987, anno in cui esordirono le vetture Gruppo A e che soppiantò definitivamente il Gruppo B, abolito al termine della stagione 1986 a seguito di diversi incidenti mortali. Nel Safari Rally del 1987 l’Audi sorprese la concorrenza schierando due Audi 200 quattro turbo sulla linea di partenza.

Questa berlina di quasi cinque metri di lunghezza, alla sua seconda uscita in una competizione (la prima era stata il Rally di Montecarlo) aveva il compito di insidiare le più agili e competitive Toyota, Subaru e Nissan, che spadroneggiavano da sei anni nella categoria Gruppo A. Le due 200 vengono affidate a Hannu Mikkola e Walter Röhrl e, complice un po’ di sfortuna delle avversarie giapponesi, si piazzano prima (Mikkola) e seconda (Röhrl); le due auto hanno dato mostra della loro affidabilità e qualità costruttiva, portando i due piloti al traguardo con delle lievi noie alla vettura di Mikkola (turbina e batteria), per il resto solo le soste preventivate dall’Audi, dettate dalla durezza del percorso.

La 200 2.1 Turbo quattro Gruppo A, adottava una trazione integrale con differenziale centrale viscostatico a ripartizione di coppia e posteriormente un “Torsen”. Il motore era da 2144 cm³ a cinque cilindri, con una potenza elevata a 238 CV (175 KW) erogati a 6000 giri/min e una coppia di 33.6 kgm (330 Nm) a 4000 giri/min, abbinato ad un peso della vettura di 1350 kg.

In pista con la Audi 200 Trans-Am

La 200 fu utilizzata in varie competizioni, più per scopi commerciali e di immagine che per le doti sportive. Nel 1986 dopo la presentazione delle vetture “quattro” la divisione Audi americana elaborò una 5000 CS (versione americana della 200) secondo le specifiche del campionato Nascar per un tentativo di record sul circuito di Talladega: la vettura, con una carrozzeria dall’aerodinamica migliorata e dal peso ridotto a soli 1072 kg, era equipaggiata con il solito 2144 cc turbocompresso, al quale era stata applicata una nuova testata a 25 valvole, erogando una potenza massima di 650 CV (477 kW) a 7700 giri/minuto, per una velocità di punta di 350 km/h e stabilendo il suo primato con una velocità media di 332.88 km/h.

Nel 1988 l’Audi decise di dedicarsi alla categoria Trans-Am, delle corse Nascar americane. La scelta per la vettura da schierare ricade sulla 200, in forza al fatto che era stata appena presentata anche in America la nuova 200 (occasione colta per abbandonare la denominazione 5000 a favore di quella europea 200, distinta in sedan e wagon). La vettura era dotata del solito cinque cilindri sovralimentato, il regolamento Trans-Am, nonostante permetta modifiche strutturali più ampie alla carrozzeria, non permette di variare il basamento e l’architettura di base del motore, così l’Audi partecipò alle gare con una versione 10 valvole molto meno raffinata di quella usata tre anni prima che poteva vantare la distribuzione a 5 valvole per cilindro. Il motore in questa configurazione sviluppava 510 CV/ 375 kW.

audi 90 imsa gto
Audi 90 IMSA GTO

Audi 90 IMSA-GTO. potenza e velocità

Nel 1989 l’Audi 90 venne impiegata nel campionato IMSA GTO riservato a vetture ad alte prestazioni derivate dalla produzione in serie. E fu su questa vettura che si sfogò tutta l’esperienza acquisita dal team Audi nel Gruppo B e dal successivo esperimento in pista nella Trans Am. Dopo i precedenti successi nei rally e la vittoria nella serie Trans-AM, anch’essa basata negli Stati Uniti , nel 1988 con l’Audi 200 quattro Trans-AM, dimostrerà la superiorità della trazione quattro anche su strada. È l’unica auto da corsa basata sull’Audi 80/90 B3 utilizzata da Audi in fabbrica.

La carrozzeria venne resa estremamente aerodinamica dopo numerosi test in galleria del vento e fu montata su di un telaio tubolare space-frame. Quasi tutto il corpo era in materiale composito, eccezion fatta per il tetto che era ripreso direttamente dalle vetture di serie. Per non intaccare la fluidità della linea, il terminale del tubo di scarico venne alloggiato nella portiera. Le sospensioni erano costituite da doppi bracci oscillanti con molle elicoidali, mentre i l’impianto frenante presentava quattro freni a disco.

La Audi 90 quattro IMSA GTO è alimentata da un motore in linea in alluminio a 5 cilindri turbocompresso (KKK) con una cilindrata di 2,2 litri derivato dall’Audi Sport quattro S1 Pikes Peak , che qui però eroga fino a 530 kW (720 CV). La potenza viene trasmessa alla strada tramite un cambio a 6 marce, in cui una marcia è bloccata per regolamento IMSA, e la trazione integrale permanente quattro. Il tutto si traduce in 310 km/h di velocità massima e uno scatto da ferma a 100 km/h in appena 3,1 secondi.

Il team Audi of America affidò la vettura ai piloti Hurley Haywood e Hans-Joachim Stuck e per le gare di durata furono ingaggiati anche Scott Goodyear e Walter Rohrl. La prima corsa fu una gara sprint di 45 minuti svoltasi a Miami, ma nessuno degli esemplari arrivò al traguardo. La corsa successiva al Summit Point fu invece un successo firmato con una doppietta. In totale furono vinte altre sei gare su nove disputate, ma i punti non permisero alla squadra di andare oltre il secondo posto, in quanto il campionato fu vinto da Pete Halsmer con la Mercury Cougar XR7.

Infatti, Audi non partì alle due gare di lunga distanza di Daytona e Sebring, motivo per cui non è stata più in grado di colmare il divario con la Ford a fine stagione. Arrivò seconda nella classifica di campionato con 195 punti, 45 punti dietro Ford, Stuck è arrivato terzo nella classifica piloti, con Hurley Haywood quarto. Nel 1990, Audi lasciò i circuiti americani ed entrò nel DTM con l’ Audi V8 quattro.