Assalto ligure e piemontese al Mondiale Super 1600
Complessivamente erano quattro le scuderie, fra quelle piemontesi e quelle liguri, che competevano nella Super 1600 alla ricerca di risultati esaltanti, che non tardarono ad arrivare: la R&D Motorsport dei fratelli Macaluso, che gestiva le Punto Kit di Dallavilla e Macaluso; l’Italtecnica, la quale curava le Peugeot 206 dei francesi Robert e Bernardi; la Scuderia del Grifone, al seguito della Peugeot 206 di Fontana e Casazza, e il Team Astra di Luca Pregliasco, che faceva correre le Ford Puma di Galanti e Rowe.
Gli aerei che collegano Torino con gli altri scali aeroportuali internazionali partono molto presto. Troppo presto. Lo sanno bene tutti i piemontesi che, nella stagione rallystica 2001, hanno ricominciato a calcare – chi sotto una veste, chi sotto un’altra – le scene del Campionato Mondiale Rally. Un tempo, le sale d’imbarco dell’aeroporto di Caselle erano un continuo via vai di tecnici torinesi, legati alle squadre ufficiali Lancia e Alfa Romeo.
Quell’anno si ricominciò con numeri interessanti, anche se frammentati in vari team che prendevano parte al Mondiale Super 1600. Così, nel grande “rettangolo” degli imbarchi per le destinazioni internazionali, si parlava quasi esclusivamente italiano, anche se c’era qualcuno che preferiva decisamente il dialetto piemontese. Era il caso dei tecnici della N.Technology che scambiano qualche opinione con Mario Cavagnero, titolare dell’Italtecnica.
Complessivamente erano quattro le scuderie, fra quelle piemontesi e quelle liguri, che competevano nella Super 1600 alla ricerca di risultati esaltanti, che non tardarono ad arrivare: la R&D Motorsport dei fratelli Macaluso, che gestiva le Punto Kit di Dallavilla e Macaluso; l’Italtecnica, la quale curava le Peugeot 206 dei francesi Robert e Bernardi; la Scuderia del Grifone, al seguito della Peugeot 206 di Fontana e Casazza, e il Team Astra di Luca Pregliasco, che faceva correre le Ford Puma di Galanti e Rowe.
Non è un caso, forse, se la Super 1600 era saldamente controllata da piemontesi e liguri. Era torinese il responsabile del Campionato Ninni Russo. Erano piemontesi anche i referenti delle Case ufficiali, che offrivano assistenza tecnica sui campi di gara: Fiat utilizzava la N.Technology di Chivasso, Peugeot l’Italtecnica di Trofarello, mentre la Ford vantava, come responsabile per i clienti del progetto Puma Super 1600, l’ingegnere imperiese Marco Pastorino.
Il servizio di catering era completamente genovese, visto che era gestito da quel “grifoncino” di Fabrizio Tabaton. Insomma, dopo anni di assenza, forse troppi, i piemontesi e i liguri tornavano a far parte del circus iridato dei rally, in una categoria che stava ottenendo un successo che era già andato al di là delle più rosee previsioni di inizio stagione.
La squadra che fino a quel momento aveva raccolto di più era la R&D Motorsport capitanata dai fratelli Stefano e Massimo Macaluso. Nell’officina di Torino, Franco Innocenti e i ragazzi della Mellano Motors preparavano e sviluppavano la Fiat Punto, quella che aveva permesso ad Andrea Dallavilla di piazzarsi stabilmente al secondo posto in Campionato (due secondi posti all’Acropoli e in Finlandia e un quinto in Spagna), alle spalle del francese Sebastian Loeb, pilota ufficiale Citroën nel Campionato francese (nel Mondiale Super 1600 corre a spese dei suoi sponsor). Oltre alla Fiat Punto di Dallavilla, la R&D Motorsport allestiva quella del giovane Massimo Macaluso, mentre il fratello Stefano coordina tutte le operazioni.
L’Italtecnica assisteva direttamente le Peugeot 206 portate in gara dai francesi Cedric Robert e Nicolas Bernardi, oltre a curare anche lo sviluppo globale del modello. Sviluppo per il quale il team si avvaleva delle strutture di prova della Peugeot e del tester Andrea Aghini. Una terza Peugeot 206 veniva schierata dalla Grifone per Corrado Fontana, che correva insieme al genovese Billy Casazza. Dopo tre gare, Fontana era quarto nella classifica generale, essendosi piazzato terzo in Spagna e quinto in Finlandia.
Sempre nella terra degli “esorcismi finnici”, il Team Astra di Luca Pregliasco aveva raccolto un punto con il paraguaiano Alejandro Galanti, mentre il britannico Martin Rowe era stato beffato dalla foga esagerata che aveva sfogato nelle prime battute di gara. Le Ford Puma del team piemontese erano seguite con particolare attenzione dalla Ford, il cui responsabile per i clienti era Marco Pastorino, al quale era stata affidata la coordinazione tra la Casa madre e i team che hanno scelto la Puma.