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Alain Prost e Jean-Marc Andrié su quella Renault 5 Turbo

Alain Prost e Jean-Marc Andrié su quella Renault 5 Turbo

In carriera, Alain Prost si aggiudicherà quattro campionati del mondo di Formula 1, nel 1985, nel 1986, nel 1989 e nel 1993, ma intanto, nel 1982, la prima delle due stagioni in cui cerca di emergere al vertice della F1, trova anche spazio per i rally. Tentare non nuoce. Al massimo si fa una nuova esperienza. E così fu. Prima e ultima volta.

Alain Prost o lo ami o ami. Non c’è altra opzione. È così, dalla Formula 1 alle gare sul ghiaccio del Trophee Andros, dove nel 2012 riuscì persino a fare volare la Dacia Lodgy in una competizione emozionante, svolta sotto luci artificiali e qualche centimetro di neve, che rischiava di risolversi in maniera scontata, ma grazie a lui e a Jacques Villeneuve passò alle cronache una battaglia infuocata. E i rally per Alain Prost?

Classe 1955, è originario di Saint Chamond. Pilota di Formula 1 tra il 1979 e il 1993, le sue cinquantuno vittorie nel Gran Premio lo hanno presentato alla fine degli anni Novanta come il pilota con più vittorie parziali nella storia della classe regina del motorsport in circuito. Ha ottenuto anche quattro vittorie assolute nel mondiale, cifra superata allora solo dai cinque titoli di un’altra grande leggenda della velocità, l’argentino Juan Manuel Fangio.

Membro di una famiglia borghese (il padre aveva un mobilificio), Alain Prost mostra ben presto grandi doti fisiche e si rivela appassionato di golf, sci, tennis e calcio, a cui vorrebbe dedicarsi professionalmente. Nel mondo dei motori si fa notare nelle gare di karting, vincendo il Campionato Francese 1974 e il Premio Valente Elf per il miglior allievo della scuola guida del circuito di Magny-Cours.

Alain Prost si esibisce in un gesto scaramantico
Alain Prost si esibisce in un gesto scaramantico

I suoi successi nella specialità gli aprono le porte della Formula Renault, categoria nella quale vince i titoli di campione francese (1976) ed europeo (1977). In quest’ultimo anno esordisce in Formula 2, dove è rimasto per una sola stagione, entrando subito in Formula 3, preludio alla massima specialità dell’automobilismo sul circuito: la Formula 1. Il successo nel Campionato Europeo 1979 gli spalanca le porte della massima categoria, in cui debutta con una McLaren.

Nella sua prima gara, il Gran Premio di Argentina, riesce ad entrare in zona punti, e alla fine del Campionato del Mondo ottiene il sedicesimo posto finale. Nel 1980, Alain Prost entra a far parte del team Renault in sostituzione del connazionale Jean-Pierre Jabouille, e un anno dopo ottiene il suo primo trionfo sul circuito francese di Digione. Le due stagioni successive, 1982 e 1983, gli servono per posizionarsi tra i grandi, sebbene gli valsero anche la fama del “secondo uomo”, poiché in entrambe perse l’opportunità di vincere il titolo Mondiale nell’ultima gara.

In carriera si aggiudicherà quattro campionati del mondo di Formula 1, 1985, 1986, 1989 e 1993, ma intanto, nel 1982, la prima delle due stagioni in cui cerca di emergere al vertice della F1, Alain Prost trova anche spazio per i rally. Tentare non nuoce. Al massimo si fa una nuova esperienza.

Alain Prost e Jean-Marc Andrié su quella Renault 5 Turbo
Alain Prost e Jean-Marc Andrié su quella Renault 5 Turbo

Così, il giovane Alain Prost partecipa al Rally du Var, il suo debutto nella specialità è contemporaneamente la chiusura di un capitolo che non si è mai più ripetuto nella sua carriera. L’ultimo campione di Formula 1 guidava una Renault 5 Turbo ed era coadiuvato alle note dal bravo Jean-Marc Andrié, destinato a divenire nel 1995 copilota di Patrick Bernardini e nel 1997 di Yves Loubet.

La sfida rallystica di Prost si è conclusa con un incidente, che lo ha costretto al ritiro e che per fortuna non ha avuto conseguenze fisiche per l’equipaggio. La sua Renault 5 Turbo bianca e rossa aveva il numero 5 sulle portiere. Quell’anno Prost vinse i primi due Gran Premi della stagione in Sud Africa e in Brasile, dove finì terzo ma si aggiudicò la vittoria dopo che Nelson Piquet (primo) e Keke Rosberg (secondo) furono squalificati.