,

Al RAC 1989 Pentti Airikkala sorprende tutti

Al RAC 1989 Pentti Airikkala sorprende tutti

Anche se dopo qualche anno un brutto male se lo porterà via, rimarranno nella storia di Pentti Airikkala i suoi traversi, la sua innata capacita di vivere ”nascosto” e di gustare, al momento opportuno, la propria meritata gloria. Primo classificato al RAC 1989, numero 19, Pennti Airikkala, Finlandia, Mitsubishi Galant Vr4. Ieri, oggi, sempre.

Le storie più belle nascono spesso dalla rivincita di un signor Nessuno. O, per meglio dire, vengono a galla quando il tale in questione riesce a far intendere che potenzialmente tutta la sua carriera è stata un leggero ed ironico bluff, che volendo avrei anche potuto ma sai, non è il caso e forse, e ripeto forse è stato giusto così. Pentti Airikkala era un finlandese atipico, curiosamente accomunato al connazionale Timo Salonen dalla passione per le sigarette e per un phisique di rol che certo non appetiva le copertine dei rotocalchi patinati.

Avevo avuto modo di seguire la sua carriera solo marginalmente: per me Airikkala era un “Suomi sui generis”. Pilota dallo stile gradevole, spesso spettacolare e disinvolto, un nordico che alla neve ed ai jump di casa aveva preferito i “sempreterni” fanghi di Sua Maestà la Regina, luoghi dove dove aveva ottenuto la maggior parte delle proprie soddisfazioni agonistiche. Questo però non gli aveva certo impedito di punzecchiare le classifiche delle prove iridate tutte le volte nelle quali il mondiale aveva fatto tappa in Svezia, al 1000 Laghi oppure, molto più semplicemente, all’immancabile e per certi versi ovvio RAC.

Proprio la tappa britannica del 1989 mi riservò una stuzzicante ed inaspettata sorpresa: orfana della squadra ufficiale Lancia, la kermesse inglese era pronta a vivere uno scoppiettante duello al cloroformio fra le Toyota e… nessuno, eccezion fatta forse per le Mazda? Per Eklund con una Delta privatissima? Macché.

No no, pensavo, sarà una palla mortale: Sainz (che doveva ancora diventare Sainz) o Kankkunen, il resto al reparto fuffa. Ed invece no. C’era una alternativa, e quello che ai tempi mi esaltava e mi affascinava era che questa facesse pure leva su una idea, una innovazione. La sperimentazione insomma.

La Mitsubishi Galant Vr4 era una macchina di una bruttezza e di una goffaggine a dir poco commovente. Eppure aveva carattere, personalità ed un qualcosa da dire. A partire dal propulsore, un 4 cilindri turbo (ereditato dalla vecchia Lancer) per arrivare fino alla scocca in tre volumi assolutamente esagerati (perché d’altronde gente, le macchine corrono per poter poi essere vendute), passando però prima attraverso lo “sbulacco” delle quattro ruote sterzanti, chicca tecnica assoluta che raramente viene ricordata.

Il Team Ralliart che tanto seppe dare poi in seguito al marchio nipponico era all’epoca guidato dal mitico Andrew Cowan, personaggio da sempre legato al marchio Mitsubishi e verso il quale già allora nutrivo una notevole stima. Basti pensare che la Casa madre, dopo aver consegnato le acerbissime vetture a Cowan aveva gestito la cosa sull’andazzo dell’arrangiati forever, e già solo per questo credo di poter dire che il successo di Ericsson in Svezia e l’ingaggio come prima guida di un pezzo da novanta come Vatanen la potevano dire lunga sulle capacità gestionali dell’ ex pilota scozzese, che per il RAC 1989 oltre al sopravvissuto della Pampa decise di avvalersi anche delle prestazioni del più britannico fra i piloti finnici: Pentti Airikkala.

Come da previsioni il rally si disputò con i cavalieri del Toyota Team Europe a menare le danze, Carlos Sainz su tutti, Drei K a ruota ed Ericsson come paggetto. La Mitsubishi pero non aveva voglia di tergiversare e la condotta del Miracolato ne fu la degna riprova, sempre all’attacco, sempre al limite, e con ottimi riscontri cronometrici. Insomma, nella Galant c’era del buono e questo veniva confermato anche dalla prova di Pentti Airikkala, veloce, costante e sempre sul pezzo, appena oltre la lotta per l’assoluto.

La chiosa poetica si ebbe nella foresta che tanto fu cara a Robin Hood: Ari Vatanen andò ovviamente a sbattere dando il definitivo via libera alle due Toyota ma vuoi la scarsa vena di Juha Kankkunen, vuoi la trasmissione di Sainz che salta ed ecco li, sulla pedana, a 44 anni suonati, dopo una vita di traversi nel fango scuro e freddo, dopo una carriera disputata sempre un passo indietro, finalmente, lui.

Anche se dopo qualche anno un brutto male se lo porterà via, lui ed i suoi traversi, la capacita di vivere nascosti e di gustare, al momento opportuno, la propria meritata gloria. Primo classificato anche al RAC 1989, numero 19, Pennti Airikkala, Finlandia, Mitsubishi Galant Vr4. Ieri, oggi, sempre.